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Un popolo ricco di doni e aperto alle sfide

Un popolo ricco di doni e aperto alle sfide

Nel cammino di questi anni ci siamo riscoperti popolo multiforme, ricco di soggetti, con carismi e ministeri diversi. Papa Francesco trova nella Chiesa ambrosiana la ricchezza di carismi condivisi, antichi e nuovi, che stanno imparando a camminare insieme (syn-odos) mettendo a disposizione della Chiesa i propri doni. Associazioni, movimenti, aggregazioni ecclesiali, insieme agli istituti di vita consacrata, segnano da lungo tempo la vita ambrosiana.
(I carismi) “Non sono un patrimonio chiuso, consegnato ad un gruppo perché lo custodisca; piuttosto si tratta di regali dello Spirito integrati nel corpo ecclesiale, attratti verso il centro che è Cristo, da dove si incanalano in una spinta evangelizzatrice. Un chiaro segno dell’autenticità di un carisma è la sua ecclesialità, la sua capacità di integrarsi armonicamente nella vita del popolo di Dio per il bene di tutti” (EG 130).
Queste realtà suscitate dallo Spirito per la comunicazione efficace del Vangelo possono aiutare a vivere intensamente la pastorale ordinaria e organica della diocesi, superando la divisione tra pastorale parrocchiale e di ambiente. Tutto ciò viene illuminato dalla immagine del “poliedro” che il santo Padre utilizza per spiegare la vita pastorale della Chiesa e non solo:
“Il modello non è la sfera, che non è superiore alle parti, dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità. Sia l’azione pastorale sia l’azione politica cercano di raccogliere in tale poliedro il meglio di ciascuno” (EG 236).
La pluriformità nell’unità permette di praticare quella coessenzialità tra doni gerarchici e carismatici che animano la Chiesa come comunione missionaria.
“Le differenze tra le persone e le comunità a volte sono fastidiose, ma lo Spirito Santo, che suscita questa diversità, può trarre da tutto qualcosa di buono e trasformarlo in dinamismo evangelizzatore che agisce per attrazione. La diversità dev’essere sempre riconciliata con l’aiuto dello Spirito Santo; solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, al tempo stesso, realizzare l’unità. Invece, quando siamo noi che pretendiamo la diversità e ci rinchiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, provochiamo la divisione e, d’altra parte, quando siamo noi che vogliamo costruire l’unità con i nostri piani umani, finiamo per imporre l’uniformità, l’omologazione. Questo non aiuta la missione della Chiesa” (EG 131).
Accogliamo la sfida di papa Francesco che ci invita a uno stile sinodale di Chiesa, in cui si impara a camminare insieme, nella condivisione e nella testimonianza reciproca. Solo accogliendo questa sfida i doni diventeranno realmente fecondi per tutti.

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